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Finalmente l'appuntamento...


di marnap25759
19.03.2020    |    377    |    0 8.7
"Succhiate, leccate, rumori di aspirazioni, tutto quello che stava accadendo nel suo basso ventre lo aveva avvolto verso una nuova produzione di sperma e..."
Ora la sua bocca stava assaggiando il suo uccello e non sembrava minimamente intenzionata a mollarlo. La testolina si muoveva ritmicamente alternando movimenti saliscendi a movimenti scivolosi fino alla base dell'asta con una lingua umida troppo eccitante. Si erano trovati quella sera dopo tanto scriversi per poi finalmente decidersi, non tanto per lui, quanto per l'altra timorosa di scoprirsi troppo per ataviche paure. Lui poteva essere un mostro. Ma lei? Poteva essere una zoccola a pagamento orario oppure una mantide in cerca di preda.
Galeotta fu la foto in cui tutto il suo splendore si palesò in un novanta gradi illuminante quanto eccitante. Adorava i culi e soprattutto penetrarli e quello lo invitava senza mezzi termini con quella foto, quel culo sembrava dirgli “sono qui, vieni a penetrarmi”.
Quante seghe e quanti fazzolettini di carta bagnati di sperma. Ma lei non voleva concedersi così facilmente. Quindi iniziò un lento accerchiamento fatto di allusioni, forti battute e dolci parole.
Quando ormai stava per mollare l'amicizia, ecco il messaggio che tanto aspettava:”Incontriamoci...”
Un colpo al cuore per la contentezza, poi la frenesia preparatoria: frasi smozzicate, a volte sconclusionate, scambio di indirizzi con vera diffidenza, poi il giorno agognato finalmente arrivò. Lo accolse lei, quella mattina, in una piccolissima casa con una fioca luce data dalla schermatura di pesanti tendoni in broccato. La porta socchiusa per permettergli di entrare agevolmente. Il rosso delle lampade rendeva ancora più difficile intravedere i particolari. Lei lo attendeva sul divano letto, discinta con addosso esclusivamente un reggiseno e con un lenzuolo in seta nero che le copriva gambe ed il culo. Si avvicinò veloce e lei gli sussurrò di baciarla. Si baciarono per un tempo indefinito, un bacio che non aveva mai dato a nessuno, così intenso ed appassionato; poi lui la staccò dalle sue labbra e lei lo iniziò a spogliare freneticamente. I vestiti vennero lanciati in ogni dove della stanza. Le mani a frugare i due corpi misurandone turgore e limiti. Poi la mano di lei si fermò a tastare l'uccello indurito dalla foga del momento e tenendolo forte iniziò a spompinarlo. Lui arrovesciò la testa all'indietro dallo spasimo di piacere: quella calda bocca poteva solo farlo eccitare vista l'attesa e dovette cercare di contenersi per non venire immediatamente. La voleva, anzi la bramava. Dopo minuti di questa deliziosa tortura, senza mezzi termini, la girò alla pecorina e dopo essersi messo il preservativo ed avvicinatosi con la punta dell'uccello al buco nero, iniziò la cavalcata. Entrare non fu per niente difficile, anzi, il culo era ormai slabbrato. Ma quanti cazzi aveva già incontrato quella zoccola, si chiese mentre scivolava e risaliva da quella posizione con gemiti e godimento di lei. E quanti ne incontrerà dopo il suo passaggio? Ma poi lo sfregamento ed il calore del momento presero il sopravvento e la scopò con una foga unica, mai provata prima con altre e mai a quel limite di eccitazione. Poi venne, copiosamente, senza freni, tanti schizzi di sborra che intanto fuoriuscivano alla base del condom e nel mentre continuava il martellamento fino allo sgonfiarsi definitivo del pisello. Si adagiò ansimante e supino al fianco di lei che sempre rimanendo a gattoni, gli tolse il preservativo e reiniziò a leccare dalla punta alle palle quel delizioso strumento di tortura, ingoiando ogni stilla di bianco liquido. Lui a questo punto si soffermò ad osservare quella testolina di capelli lisci e neri, con quella eccitante frangia che ad ogni affondo strusciava sul suo basso ventre. Eccitante al punto da farglielo in tostare nuovamente. Allungò la mano verso il basso ventre di lei ed incontrò quello che era venuto a vedere e che lo incuriosiva da quello che si erano scritti. L'uccello di lei non era grosso come il suo, ma si lasciava toccare e maneggiare, indurito dall'eccitazione. Si spostò di schiena verso le sue gambe e con un sessantanove incredibile si trovò davanti al suo naso un cazzo gonfio di voglia e non solo. Lo imboccò per non lasciarlo troppo in attesa. Non lo aveva mai fatto, ma si era iscritto a quel sito di incontri gay perché da anni percepiva il bisogno di fare quell'esperienza. Lei mugolò di piacere e senza avvisare venne immediatamente. Il liquido denso e caldo gli arrivò alla gola e dovette ammettere che non era male anche se per un attimo stava soffocando perché copioso. Peggio per tutte quelle schizzinose che aveva incontrato fino ad ora perché era dolce e molto eccitante. Il pompino al suo uccello si fermò perché lei era intenta con colpi di reni a svuotarsi le palle ficcandolo nella sua gola anche se ormai si stava ammosciando. Dopo qualche minuto di tremori e spasmi sentì le sue labbra riavvicinarsi al suo uccello e schiudersi per riaccoglierlo al caldo. Succhiate, leccate, rumori di aspirazioni, tutto quello che stava accadendo nel suo basso ventre lo aveva avvolto verso una nuova produzione di sperma e così fu. Questa volta meno copiosa, ma sempre tanta per quella boccuccia. Lei si girò improvvisamente interrompendo il 69 per fargli vedere che stava succhiando tutto senza lasciare nulla indietro e quando terminò con uno schiocco secco, il suo uccello cadde riverso sul pube mentre si stava sgonfiando. Lei allora risalì con la lingua il suo petto ed invase la bocca con un bacio spermatico profondo che accese in lui brividi inattesi. Poi, esausta, si accoccolò sul suo corpo rilassandosi per almeno mezzora. Il saluto fu quasi un dramma, di lì a poco, ma ognuno al momento doveva rientrare nei ranghi, ognuno con la propria moglie. Non volle fargli vedere la trasformazione ed questo fu molto apprezzato perché così il suo ricordo rimase ancorato a quel caschetto nero, a quel corpo femmineo ed a quel culo che meritava solo di essere sfondato tanto era bello. “A presto!” le disse sulla porta di uscita e se ne andò pensando già alla prossima scappatella con lei.
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